domenica 31 luglio 2011

DI NOTTE

Sono suono.
C'è un tramonto nel mio cuore
ora apre le sue ali nere.
C'è un pensiero che ho dentro
a testa in giù.
La notte spingo lo sguardo nel buio
ascolto gli echi del mio mondo
da questi suoni lo riconosco.
Le vibrazioni sono di falene
incubi sperduti.
I miei fratelli mi hanno portato fin qui.
Ora sono solo.

venerdì 29 luglio 2011

TORNA



Accoccolata nuda sul letto, Cinthia attirava a sè il lenzuolo lilla, con la mano lo portava alla guancia, la morbidezza e il profumo per coprirsi. Sonnolenta le ginocchia alla fronte, i capelli dello stesso colore delle sue labbra, i seni ed il viso le davano l'aria di una bambina dopo una lunga corsa. " Bì!-glietti...". Sarebbe stato meglio uno schiaffo, l'odore nauseabondo dello scompartimento dove il sole filtra e scalda il linoleum marcio del pavimento, i rivestimenti finta pelle dei sedili, le stampe gialle di Pisa antica, lo specchio FS con inciso 8°SKA'83 massicci, Cesco, merda.

Tiro fuori il biglietto senza nemmeno aprire gli occhi ma ormai so che quel sogno è perso, la pelle incollata al guanciale grigio marrone della tendina con righe rosse e continenti gialli di bava secca, ho sognato una bella dormiente, che sapevo essere Cinzia, anche se nella realtà Cinzia era una moretta con folti capelli neri, lo sguardo indifeso ed i fianchi da figli.
Sto precipitando nella terra dei miei avi sul diretto 573821 Roma Bari, risucchiato in un imbuto spazio-temporale. Dal finestrino distese di uliveti con il rosso della terra sotto, infiniti perimetri di muretti a secco, atavici filamenti che intonano il sacro rosario alla fatica contadina, improvvisa appare una masseria, così come doveva apparire dal mare al saraceno. E' la faccia solcata di terra di nonno Pinuccio, una scorza strabruciata di sole, scrigno secco e polveroso.

La danza caraibica del treno batte un ritmo di mille ruote e binari d'acciaio, scossoni e sobbalzi, ritorno ossessivo di pensieri che credevo d'aver seminato lontano.
"E prendi una vacanza!". Come nei film avrei voluto dirgli.
"Va bene, vado a morirti lontano..." Ma poi mi sono subito ricordato che lo aveva detto come nei film, ho pensato che era pur sempre un modo per alleggerire quell'autentico casino, e se c'era da fare una figura da impotenti quella era mia.

"Doichlande? American? Hotel Astra bargain, bargain!" Nell'atrio della stazione di Bari assediato da venditori ambulanti ed affittacamere cerco di non fare la figura dello straniero americà, rispondo cumpà, uagliò, qualcuno si ritrae sospettoso, altri ignari si avvicinano.

"Senti cumpà aggia asscì a Lecce, 'na machina cumpà, pija 'sti euro  cumpà". Quello più sveglio mi aiuta a portare la valigia.
All'esterno della stazione una fucilata di sole quasi mi acceca, l'uomo che ho accanto è frenetico e accaldato ma ogni volta che lo guardo mi sorride. "Se emigrato... torni?"

"Si, si, so emigrà" Lui fischia con le dita ad una Punto parcheggiata sul marciapiede, dopo poco è da noi.

"Non è taxi" mi spiegano, "quest' amico mio va a Lecce, gli dai trenta euro ed è ok."

"Fammo venticinque, che cinque già te li ho dati cumpà!".

La strada è una lingua nera che non capisco più bene, la macchina è un forno ed io il pollo, questo probabilmente sta pensando il mio taxista abusivo sta lì accanto, ha il labbro superiore imperlato di sudore e occhiali da sole neri ed insulsi come due televisori spenti.. Innesta le marce con rabbia, un coltello nel cuore del motore, ogni tanto si volta verso di me con un lieve sorriso di soddisfazione, per dirmi eh...vedi noi italiani? le sappiamo guidare le macchine, le sappiamo far godere le femmine. Poi come se nulla fosse si accende una diana, da fastidio e per gentilezza apre il finestrino del tutto, alle narici legni d'ulivo bruciati, fichi d'india maturi, con un sibilo una motocicletta ci sfiora "curnuta 'e mammata!!"
Il mare.
E mi guarda "...che piange 'stu fessa?!"

Lunghe file di case basse e bianche di calce scorrevano ogni tanto di lato a noi, interrompendo la monotonia degli uliveti e dei muretti grondanti di fichi d'india, sassi gialli ed erba bruciata dal sole.