lunedì 9 luglio 2012

Fratello Corvo

Là nella Valle Chiusa la luce del crepuscolo faceva appena intravedere le capanne del villaggio tra la neve e il fumo dei fuochi quasi spenti. Prima che l'alba sorgesse il cacciatore si preparò ad uscire, prese l'arco e la faretra, sistemò la lama nella cintura, mise nella tasca delle noci e della carne secca. La madre lo guardava muta, avvolse una pelle di daino sulle spalle del figlio. Lui chinò il capo, lei le baciò la fronte.
Dunque s'incamminò lungo il sentiero che portava alla Foresta Grande. Come ogni volta, da quando ne aveva memoria, presso la quercia spaccata incontrò Fratello Corvo appollaiato su un ramo basso. Scuotendo le ali gracchiò – oh cacciatore dove ti portano i piedi oggi?-
Ruscello Silenzioso sorrideva tra sé, continuava a camminare e recitava la sua abituale preghiera -Fratello Corvo non attraversare la mia strada, ala d'ombra non saprai dove il cacciatore vada, ma guida il suo passo in salvo oltre la notte.-
Ma Fratello Corvo al solito gracchiava altre parole – oh cacciatore dimmi almeno come ti chiami, sussurrerò il tuo nome agli dei benevoli! -
- No – scuoteva il capo e sorrideva, poi continuava la sua preghiera - Fratello Corvo non conoscere il nome mio, non chiamare il cacciatore o spirito del buio, affinchè possa ancora vedere il sole.
Il vento sollevava folate di neve sul sentiero, ad ogni passo il fiato quasi si gelava in una nuvola davanti alla sua bocca. Avanzava nel bianco tra le gigantesche querce nere che ficcavano i rami stecchiti nel blu intenso del giorno ormai fatto. Niente, nessuna preda in vista. Dopo una riva scese verso il ruscello e si mise al riparo dal vento vicino ad alcune rocce. Staccò un pezzo di carne secca e la gettò davanti a sé qualche metro, poi iniziò lentamente a masticare il resto, pensava ed aspettava. Forse avevano già abbattuto tutti i daini e i cervi rimasti bloccati dalla neve di qua del passo, forse i lupi avevano finito le ultime prede in quelle notti, però l'inverno ormai era alla fine, anche se il freddo era ancora crudo.
In quel momento Fratello Corvo atterrò sulla neve, con passi goffi si avvicinò al pezzo di carne secca. Ruscello Silenzioso tese l'arco – oggi porterò qualcosa da mangiare ai bambini – pensò. L'occhio buio del corvo lo fissò ma il cacciatore rimise la freccia nella faretra e si riavviò sul sentiero. Fratello Corvo, volando ancora verso est, andò a riprendere la notte.

La verde cupola della foresta di querce faceva appena intravedere le capanne del villaggio tra il fumo dei fuochi quasi spenti. Prima che l'alba sorgesse il cacciatore era già pronto, prese l'arco e la faretra, sistemò la lama nella cintura. La madre lo guardava muta, una ciocca di capelli bianchi le scivolò sulle spalle. Lui si chinò e le baciò la fronte.
Dunque s'incamminò lungo il sentiero che portava nella Foresta Grande. Presso la quercia spaccata incontrò Fratello Corvo appollaiato su un ramo basso. Scuotendo le ali gracchiò – oh cacciatore dove ti portano i piedi oggi?-
Ruscello Silenzioso sorrideva tra sé, continuava a camminare e recitava la preghiera -Fratello Corvo non attraversare la mia strada, ala d'ombra non saprai dove il cacciatore vada, ma guida il suo passo in salvo oltre la notte.-
E Fratello Corvo gracchiava – oh cacciatore dimmi almeno come ti chiami, sussurrerò il tuo nome agli dei benevoli! -
- No – scuoteva il capo e sorrideva, poi continuava la sua preghiera - Fratello Corvo non conoscere il nome mio, non chiamare il cacciatore o spirito del buio, affinchè possa ancora vedere il sole.
La grande calura veniva scossa dai tuoni lontani. Una pioggia battente gonfiava i polmoni di aria fresca. Il cuore di Ruscello Silenzioso si faceva leggero come il vento che scrollava i rami carichi di gocce. Fratello Corvo gracchiò e Ruscello Silenzioso scoccò una freccia laggiù, tra le foglie larghe di un giovane acero, dove si mostravano gli occhi di Ubu il cervo. Un profondo bramito e l'animale balzò fuori dal fitto a testa basso contro Ruscello Silenzioso, che fece appena in tempo a buttarsi di lato fuori dal sentiero. Il cacciatore ruzzolò verso una sporgenza di roccia e da lì volò giù, sbattendo sul fianco destro. Il cuore gli scuoteva il petto, ma non aveva paura, provò a muoversi. Urlò nella foresta.
In quel momento Fratello Corvo atterrò sulle foglie secche, con alcuni passi goffi si avvicinò alla gamba ferita che sanguinava. Ruscello Silenzioso sussurrò – oggi porterò qualcosa alla capanna dei miei avi – pensò. L'occhio buio del corvo lo fissò. Fratello Corvo gracchiò – oh cacciatore dimmi almeno come ti chiami, sussurrerò il tuo nome agli dei! -
- Sono Ruscello Silenzioso, o spirito del buio, fa che possa ancora vedere il sole.- Il corvo si alzò in volo sul sentiero verso est.
La madre uscì dalla capanna perchè sentiva i bambini schiamazzare, tiravano pietre sul tetto per scacciare un corvo che vi si posava sopra. Lei lo riconobbe subito, quello era la guida di suo figlio Ruscello Silenzioso. Lanciò un acuto grido e si accasciò a terra, subito circondata dalla gente del villaggio. Le sue sorelle le parlavano e cercavano di tenerla per le braccia, ma le gambe non la reggevano – Sorella, sorella, che è accaduto! Diccelo, non fare così sorella...-
- Ruscello Silenzioso... il suo corvo... è tornato solo!!-
Anche gli anziani si erano fatti attorno alla capanna e osservavano il corvo sul tetto, poi si riunirono da una parte a confabulare.
Fu chiamato l'Uomo Medicina che portò una colomba. Al pennuto fu tagliato il capo e una striscia di sangue fu disposta sul terreno fin dentro la capanna dell'uomo sacro. Egli si sedette vicino alle braci sbriciolandoci sopra delle foglie di alloro, dopo molte preghiere il corvo si presentò sull'uscio tutto impettito ed entrò dirigendosi verso la vittima. Il fumo inondava l'aria della capanna e dal becco del corvo si udirono distintamente le parole – Ruscello Silenzioso ha una gamba insanguinata, giace sotto il Gran Salto...-
Ancora il corvo non volava in alto con la colomba tra gli artigli che già due guerrieri erano sul sentiero verso la Foresta Grande. Trovarono Ruscello Silenzioso dove il corvo aveva detto, il corpo del cacciatore aveva perso quasi tutto il sangue e giaceva nel sonno. Costruirono una slitta con grossi rami e una pelle di daino che si erano portati. In breve furono di nuovo al villaggio, il ragazzo fu salvo e tra le braccia di sua madre ancora una volta.

La foresta di querce ondeggiava nel vento freddo e nuvole di foglie gialle e rosse scorrevano sopra il villaggio e nei vicoli tra le capanne. L'alba era già sorta il cacciatore non aveva fretta, osservò la lama del suo coltello come se fosse la prima volta. La madre lo guardava muta, scorse gli occhi del figlio riflessi dal metallo lucido. Lui le baciò la guancia.
La leggenda dice: d'autunno il cacciatore non ha fretta, prima caccia l'orsa e poi l'uomo.
Dunque s'incamminò lungo il sentiero che portava nella Foresta Grande. Presso la quercia spaccata incontrò Fratello Corvo appollaiato su un ramo basso, scuoteva le ali gracchiò – ... Ruscello Silenzioso! Dove ti portano i piedi oggi?-
Ruscello Silenzioso sorrideva tra sé, continuava a camminare e recitava la preghiera -Fratello Corvo non attraversare la mia strada, ala d'ombra non saprai dove il cacciatore vada, ma guida il suo passo in salvo oltre la notte.-
E Fratello Corvo gracchiava – Ruscello Silenzioso, sussurrerò il tuo nome agli dei benigni! -
- Non oggi, amico mio, non oggi – scuoteva il capo e sorrideva Ruscello Silenzioso, poi continuava la sua preghiera - o spirito del buio, fa che io possa ancora vedere il sole.
Osservò alcune macchie scure sulle foglie, si chinò e le toccò. Tra le dita il sangue da poco rappreso odorava di cane.
Indugiò lo sguardo tra i rami bassi di un cespuglio e notò le zampe irrigidite di uno dei cani del villaggio. Il cacciatore si alzò di scatto con gli occhi e le narici spalancate, subì un violento colpo, l'asta della freccia ancora vibrava dopo averlo trafitto. Crollò all'indietro e si abbattè sulla schiena, gli occhi erano rivolti alle grige nubi che correvano spinte dal vento. Sul suo viso si abbassò la nera e ala di Fratello Corvo che con il becco strappò gli occhi di Ruscello Silenzioso. Prima che i nemici potessero raggiungerlo volò in alto con ampi cerchi sparendo in uno squarcio azzurro del cielo e nessuno lo rivide mai più.